domenica 30 maggio 2010
Classifica web siti più visitati
Propongo qui sotto l'elenco dei 1000 siti più visitati, direttamente dal Corriere della Sera.
Anticipazione: .......................... male, molto male i siti italiani.
Al primo posto troviamo Facebook, seguito da Yahoo, chiude il podio Live.com. Wikipedia solo 4°, Blogspot 7°.
A dirlo è Google, attraverso il suo strumento Doubleclick AdPlanner, che pubblica la lista dei 1.000 siti più visitati al mondo. La classifica sfrutta le tecnologie di DoubleClick, che Google ha acquisito nel 2007.
AdPlanner è destinato agli inserzionisti, per capire se un sito fa al caso loro per una campagna pubblicitaria. La classifica sarà aggiornata mensilmente e misura utenti unici e pagine di un dominio nell'arco dei 30 giorni.
Si tratta di un maxi-elenco destinato senz'altro a diventare un punto di riferimento per i ragionamenti sui trend della rete, ma è (volutamente) incompleto.
Oltre ai siti per adulti sono escluse anche diverse, importanti, proprietà di Google, fra cui la stessa homepage del motore di ricerca (Google.com) e YouTube.
Il primo sito di notizie è quello della Bbc, al 45esimo posto. Il New York Times svetta tra i quotidiani è 83°. Da notare al 40° posto Rapidshare, noto servizio per caricare file (e scaricarne, di illegali soprattutto).
Per l'Italia il primo sito in classifica arriva (solo) al 232° posto ed è il portale Libero, che precede Virgilio (318°), eBay.it (430°) e Alice (480°). C'è anche Corriere.it, al 617° posto. Qualche posizione più su (545°) ecco Repubblica.it, ma per Google è da inserire nella categoria "Wine".
Questi dati devono fare riflettere ma non preoccupare più di tanto, visto che la classifica non tiene conto di tutti i siti ed essendo stilata mensilmente è soggetta a continue variazioni; ciò nonostante trovare Corriere.it e Repubblica.it così in basso non è una cosa piacevole, indice di scarsa affezione dei lettori ai quotidiani on line e non solo nel formato cartaceo, e se i contenuti diverranno a pagamento le cose potrebbero peggiorare ulteriormente...
lunedì 24 maggio 2010
Siti istituzionali governativi e un sito istituzionale privato
Sul piano dell’interattività Macon Philipps, direttore dei nuovi media per la Casa Bianca, ha rilanciato il nuovo sito Web: www.whitehouse.gov , rendendolo più interattivo e aggiungendovi un blog.
I visitatori possono iscriversi a un feed RSS, ricevere via e-mail aggiornamenti e fornire un feedback, compilando un modulo sul sito web.
Sul piano della trasparenza per prima cosa, chi scrive e aggiorna i cittadini, si presenta per nome e cognome, ma non solo.
I funzionari dell’Amministrazione dichiarano la volontà di pubblicare online, anche le leggi - quelle non di emergenza - cinque giorni prima della firma del presidente, in modo che il pubblico possa rivedere e commentare.
Il sito, destinato ad approfondire l’amministrazione e l’impegno con il popolo americano, si propone di avere un ruolo importante nel mantenere la promessa di Obama: “più trasparenza nel Governo”. In questo messaggio è racchiusa la sua mission principale.
Al suo interno include informazioni sul governo degli Stati Uniti, la Casa Bianca, Obama e l’Amministrazione, e include persino l’agenda politica del presidente,con le sue dichiarazioni in materia di economia, energia, salute, sicurezza, tecnologia e altre questioni.
Una sfida significativa in termini di informazione.
SITO GOVERNATIVO ITALIANO
Se lanciassimo uno sguardo in casa nostra, il sito del Governo Italiano, www.governo.it, si presenta “istituzionale” nel vero senso della parola, poco attrattivo e tecnicamente freddo, fisso e privo di interattività, che assicuri, o per lo meno faciliti, un qualche rapporto diretto con i cittadini (difficoltà nel creare una mission chiara e diretta).
Sul piano della chiarezza e della trasparenza, più che messaggi è possibile rintracciare una proliferazione di notizie, dossier, svariati documenti, che vanno dai comunicati alle rassegne stampa. Su quello della trasparenza sono chiari i messaggi dei funzionari governativi.
Per riassumere rispetto al sito degli Stati Uniti, è difficile individuare la mission del sito, che si presenta anche poco chiaro sul piano dei contenuti, obsoleto sul piano tecnologico e molto confuso.
Altri esempi di siti:
SITO GOVERNATIVO TEDESCO
Il sito web ufficiale del Governo Tedesco, è ricco di informazioni particolareggiate sulla Germania, riguardanti tra l’altro la storia, la popolazione, la situazione economica ed il programma politico del governo. Un’ampia rubrica è dedicata agli affari europei.
La sezione stampa offre agli utenti una sintesi del programma del governo e l’accesso alla banca dati dei comunicati stampa.
In tre lingue (tedesco, inglese e francese) è ben strutturato, leggibile sul piano della chiarezza, presenta forse poca interattività sul piano tecnologico (nella parte di lingua inglese e francese), ma fornisce informazioni abbastanza dettagliate e ci sono varie aree di approfondimento, sotto forma di dossier, oltre a video ed immagini (in lingua tedesca).
Sul piano della mission è abbastanza semplice individuare il suo tentativo diretto di fornire informazioni ai cittadini in modo semplice.
Il brand è visibile in alto sulla pagina.
SITO GOVERNATIVO BRASILIANO
Se ci spostiamo di continente ci rendiamo conto che le differenze non poi così marcate: cambia l’impostazione grafica ma i contenuti sono gli stessi.
Si presenta abbastanza interattivo, ha il brand in alto e le icone molto grandi, oltre ad avere molti link in basso e sulla sinistra.
La mission è poco chiara ma si intuisce il suo obiettivo: fornire i cittadini delle informazioni basilari all’interno dell’ home page per poi dirigerli verso la sezione specifica.
L'ENI
Chiudiamo la nostra carrellata con il sito isituzionale dell' ENI.
La sua homepage si presenta ricca di informazioni, leggibile e chiara nella diffusione delle informazioni. La sua comunicazione privata, a differenza di quella pubblica dei siti governativi è finalizzata più alla diffusione del prodotto che all'informazione degli utenti.
I comunicati stampa sono collocati in alto per evidenziare i programmi societari.
Molto chiara la sua mission, presente sia in alto che in basso, appare chiarissimo il suo ruolo aziendale: ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale a livello mondiale.
Il brand è visibile in tutta l'home page ed è sempre evidenziato in primo piano, in modo particolare nella sezione specifica Eni Brand a centro pagina.
Particolarmente interessante la novità interattiva rappresentata da factbook 2009.
LETTERA B
- Backup: salvare, salvataggio, di emergenza. Con questo termine si identifica l'operazione che consiste nel copiare dei file su un supporto di riserva ( un disco o un nastro) come misura precauzionale nel caso che il supporto principale (HD) si guasti o comunque perda, del tutto o in parte, i dati che contiene.
- Banner: (Internet) festone, striscione. Un banner è un’immagine pubblicitaria, di forma lunga e bassa, che compare in cima o in fondo a moltissime pagine web.
- Banner Exchange: scambio di banner. Accordo tra siti Web che consiste nello scambio di banner pubblicitari.
- Barf: termine dispregiativo e di disgusto indirizzato a software o hardware.
- BDSL: tipo di trasmissione assimmetrica con valori di trasferimento molto più elevati di quelli dell'ADSL. La trasmissione BDSL, che risulta molto sensibile allo stato e alla qualità del cavo telefonico, viene utilizzata per tratte che raramente superano i 2 Km.
- Blog: neologismo con il quale si indica una pagina web personale, aggiornata frequentemente e regolarmente, che contiene commenti, osservazioni e link ad altre pagine Internet. Un weblog, o blog, può essere considerato una sorte di scrematura, filtro o selezione, delle informazioni contenute nella Rete oppure una sorte di diario personale (vedi anche Mblog).
- Bluetooth: standard di comunicazione (sviluppato da Ericcson) che consente la trasmissione di dati (voce, immagini, etc.) tra il PC e gli accessori di interfaccia, utilizzando onde radio che consentono collegamenti a corto raggio (tra i 10 mt, la fascia più diffusa e utilizzata, e fino a 100 mt.). Questa tecnologia, che opera all'interno della frequenza di 2.4 GHz e che è caratterizzata da un basso consumo energetico, è in grado di raggiungere un transfer rate pari a 1 Mbit/s. Curiosità: il nome Bluetooth deriva da Harald Bluetooth, un re Vichingo che unificò i regni di Danimarca e Norvegia nel X secolo.
- Blurker: termine nato dalla fusione di blog e lurker, che indica una persona che segue un blog "silenziosamente", non partecipando alla discussione nei commenti.
- Broadband: banda larga. Sistema di comunicazione (che utilizza fibre ottiche e le linee digitali) in grado di trasmettere dati a velocità maggiori di 200 Kbps sia in upstream che in downstream. I sistemi di comunicazione che funzionano a velocità inferiori sono chiamati narrowband.
- Buffer: area di immagazzinamento (memoria RAM) di dati temporaneamente in attesa di essere processati. Il buffer di una stampante, ad esempio, copia i dati dal computer e li mantiene in attesa che la stampante sia pronta a trasferirli su carta.
- Brew: (Binary Runtime Environment for Wireless) tecnologia, utilizzata sviluppata da Qualcomm, e utilizzata nella telefonia mobile, che consente di usufruire di un’ampia gamma di servizi e videogiochi in modalità 3D. Questa tecnologia consente la visione dei giochi in 3D con immagini brillanti, dinamiche e vivaci rendendo i giochi ancora più appassionanti e coinvolgenti.
Sesta lezione 21 Maggio
Questo ambito in termini di mercato vale molto di più che la professione giornalistica. La tecnologia è destinata a correre più velocemente di noi, è una corsa folle e senza freni.
Serve quindi una professionalità che permetta al singolo individuo di filtrare e controllare almeno in minima parte questa corsa per non diventare degli automi.
Per assurdo al giorno d’oggi è più libero un comunicatore di un giornalista, perchè quest'ultimo ha contro di lui dei fattori come il tempo (una volta a favore) e vari condizionamenti.
Il comunicatore invece dà per scontato di avere dei condizionamenti, anzi li mette al centro della sua attività. Infatti ciò che contraddistingue la comunicazione dall'informazione è che la prima provvede a dare informazione nell'ottica di un interesse specifico, cosa che manca nella mera informazione.
Che cosa si intende per comunicazione istituzionale?
Questo tipo di comunicazione riguarda l'identità di una realtà, oltre a non essere strettamente legata alla diffusione di valori, è tutto ciò che identifica l'immagine non legata a un risultato economico e al suo utlizzo di consenso.
Dà valore sociale o di rispetto della diffusione di informazioni, aumenta la qualità commerciale legata al profitto.
La comuncazione istituzionale è sia pubblica che privata e mira a un ritorno di consenso, piuttosto che di denaro, come ad esempio fa la comunicazione di prodotto.
Serve trasparenza e chiarezza e su questo campo il web è vincente perchè c'è tracciabilità. Carta, radio e tv seguono lo stesso percorso ma sono rallentate dal fattore tempo, invece su internet le critiche, le contestazioni, arrivano più velocemente, sempre però nel quadro di un'etichetta opportuna.
Altre forme di comunicazione istituzionale sono rappresentate dalla pubblicità, i comunicati stampa fisici dove c'è una mediazione (con il web non c'è mediazione, l'informazione viene inviata direttamente).
Fare i comunicatori significa quindi avere una committenza, pubblica o privata, attraverso la quale raggiungere un risultato o evitare un risultato negativo per il committente.
La differenza rispetto ai comunicatori sul web è che questi ultimi possono verificare immediatamente se il messaggio è stato inviato e recepito, si ha subito un feedback.
La comunicazione privata istituzionale si avvicina alla comunicazione di prodotto, ma cerca sempre di mantere alti i valori del brand (cosa che va evitata nella comunicazione pubblica).
Il valore da trasmettere è il valore da vendere che può essere economico, personale, di condivisione e consenso. Il brand è il marchio, il messaggio politico, lo slogan, il prodotto di successo.
Il brand isituzionale può essere una singola persona o una realtà multipla (comuni, emmenthal svizzero, coca cola, ...); entrambi hanno una loro storia, si riconoscono immediatamente anche senza didascalia o loghi, sono comunicazione pura, vengono detti comunicativi.
Il web dà molto ma chiede anche molto, ovvero in termini di comunicazione, chi fa comunicazione istituzionale deve essere disponibile a mettere in piazza in modo chiaro il messaggio che intende portare avanti. I messaggi possono essere recepiti in forma diretta o mediata o attraverso la rete.
Il messaggio deve essere breve per agganciare l'utente, per questo si usano gli script: frasi precotte, non dette a caso, devono essere efficaci e bisogna sempre avere in mente le profilature delle persone a cui ci si rivolge.
La comunicazione istituzionale attraverso il web è più allargata, ma sempre trasparente e verificabile immediatamente, perchè è aperta ovvero c'è la possibilità di chiedere e ricevere subito una risposta che può essere automatica ("grazie per averci contattato, miglioreremo il nostro servizio"), intelligente (il cliente viene indirizzato, magari con una serie di click che rimandano a vari link) o più specifica.
La comunicazione pubblica vuol dire mettere a disposizione della collettività una serie di informazioni, servizi, mezzi, verifiche di controllo, senza che questo debba per forza generare un rapporto di "do ut des".
La comunicazione istituzionale sul web deve presentare quattro caratteri fondamentali: usabilità, accessibilità, interattività, trasparenza.
L'usabilità è la facilità di accesso, la presenza di sezioni logiche e ben accessibili, la mappa del sito serve per capire la filosofia che sta alla base.
Gli alberi di navigazione dei siti stranieri sono più semplici di quelli italiani che hanno strutture barocche e contorte (come Inps, Camera dei Deputati, Ministeri, Ferrovie dello Stato,...).
La differenza tra comunicazione pubblica e politica: la prima non ricerca un guadagno ma offre un servizio, mentre la seconda è orientata verso la ricerca di un consenso ma non necessariamente destinata alla politica.
Facciamo degli esempi:
- sito della Camera dei Deputati: www.camera.it
Tutto ciò che riguarda la parte istituzionale si traduce in attività quotidiana. Abbiamo visto il comunicato di ieri sulle pensioni di anzianità dei dipendenti della Camera, la stessa notizia è stata ripresa dai mezzi di comunicazioni (Corriere, L'Unità, Finanza online, Adnkronos). La comunicazione ha battuto l'informazione: a costo zero la notizia è stata ripresa da vari giornali e messa a disposizione di tutti i cittadini. Tutte le comunicazioni di questo sito sono brevi e già scritte in forma giornalistica, in modo tale che si agevola il copia - incolla e il copia - incolla dell'utente. Questo sito, sebbene sia tra i migliori, presenta una costruzione errata nella mappa: la comunicazione istituzionale è considerata come comunicazione di prodotto.
- sito del Governo spagnolo: www.moncloa.es
Ottimo albero di navigazione, mappa logica, dà notizie come fosse un giornale, senza alcun tipo di fronzoli.
Si tratta di una scelta coraggiosa, perchè il sito non si serve dei media, è il governo a fornire tutte le informazioni, corredate da una buona multimedialità (video, audio, immagini scaricabili).
Non c'è differenza tra un giornalista e un giornalista del sito del Governo spagnolo.
Se la notizia è valida, è sufficiente andare sul sito del governo, che ha anche la possibilità di recepire una serie di informazioni sull'utente (tracciabilità, percorsi, statistiche), una sorte di sondaggio contnuato, si riesce a capire quanto sta avvenendo.
- sito del Governo francese: www.elysée.fr
Questo è un sito immaginifico, molto bello ma difficile ed emozioniante. Va più che altro guardato, ha poco testo e le immagini sono ottime sul piano della qualità con lo scrolling che si presenta uguale a quello di un giornale online.
La particolarità di questo sito è che ha una forte interazione con il cittadino.
- sito del Governo inglese: www.number10.gov.uk
Questo sito mette insieme molto bene la tecnologia e la comunicazione, ovvero il nesso che si instaura tra il potere e il cittadino.
sabato 22 maggio 2010
Google preoccupata per la censura sul web
Per questo motivo è stato lanciato un allarme, perchè è in pericolo la libertà sul web.
Il numero di governi che censurano è passato dai 4 del 2002 ai 40 attuali.
La Turchia, ad esempio, ha bloccato YouTube per non aver eliminato a livello mondiale dei video considerati offensivi nei confronti di Mustafa Ataturk.
L'Australia, invece, sta attuando una politica restrittiva per bloccare i siti a sfondo sessuale e che inviino informazioni che possono essere utilizzate per effettuare dei crimini.
Maggiori approfondimenti da web20.excite.it
e da key4biz
Iran: altro esempio di censura in rete
Qui sotto pubblico un link molto interessante, che risale al 18 maggio scorso, in cui si parla di censura nel paese islamico governato da Ahmadinejad, ma ciò risalta all'occhio e alle menti dei lettori è indicativo e curioso: ad essere finiti sotto censura sono proprio i siti filogovernativi...
Per maggiori approfondimenti visionare il link in basso
Censura governativa in Iran
Fonte: lastampa.it
DIZIONARIO DI INFORMATICA: LETTERA A
- AA: (modem) (AutoAnswer) spia luminosa indicante che il modem risponde automaticamente alle chiamate entranti, dopo un certo numero di squilli.
- AAA: (Authentication Authorization Accounting). La procedura, in tre fasi, che valida ogni richiesta espressa da un utente.
- AAC: (Advance Audio Coding) tecnica, chiamata anche MP4, per la compressione e la trasmissione dei dati audio/video. Questo sistema di codifica , che migliora lo standard MP3, fornisce i sei canali (5:1) per le trasmissioni in Dolby Digital, e altri 48 canali audio. La qualità del segnale audio codificato con questo standard uguaglia quello CD di 128 kbps e 96 kbps.
- AACS: (Advanced Access Content System) sistema di protezione della copia e dei diritti d'autore utilizzato per le tecnologie di riproduzione basate su lettori HD DVD e Blu-ray. Tra le caratteristiche principali di questo sistema c'è la possibilità di "bloccare" un singolo lettore (che risultasse in grado di riprodurre copie non autorizzate), e la gestione on-line delle licenze e della copia "autorizzata".
- Abstract: sommario, riassunto, estratto, descrizione sintetica del contenuto di un documento.
- Account: conto, accredito, permesso di accesso. L’account, chiamato anche username, è composto generalmente da un nome utente e da una password. Viene utilizzato quando si vuole riservare l’accesso ad alcune informazioni o servizi, solo alle persone autorizzate. Nel caso, per esempio, degli indirizzi di posta elettronica, l'account, assieme al DN (Domain Name), contribuisce alla formazione dell'indirizzo: account@nomedominio.
- AIPA: Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione.
- Arianna: il primo motore di ricerca italiano sviluppato da Italia Online.
Democrazia in rete: nuovi passi avanti...
Il Dalai Lama parla ai cinesi. Via Twitter
Elusa la censura
Democrazia in rete - Il premio Nobel intervistato per oltre un’ora. Anche sulle tensioni con il governo di Pechino.
Non potendo fisicamente mettere piede in Cina, il Dalai Lama l’ha fatto per via informatica.Ed è con il microblog Twitter — scambio di messaggi sintetici—che il leader tibetano ha provato per un’ora e mezza ieri sera a dialogare direttamente con i cinesi.
I suoi interlocutori sono una élite: le poche decine di migliaia di utenti Internet che, scavalcando la censura, impiegano Twitter.
Lo stesso Wang Lixiong, organizzatore della chat, è un cinese han anomalo, che contesta le politiche di Pechino nei confronti del Tibet e del Xinjiang.
Wang ha raccolto le domande, ha ottenuto le risposte del Dalai Lama facendole tradurre in mandarino, 1.253 persone hanno posto 289 quesiti e quasi in 13 mila hanno selezionato i migliori.
Che sia l'inizio di una prima e formale rottura della censura su Internet? Certo si tratta di un timido segnale di svolta, staremo a vedere gli sviluppi successivi...
martedì 18 maggio 2010
Caso Italiano sul copyright
L'articolo 70
L'art. 70 della legge sul diritto d'autore prevede il diritto di compiere il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di una qualsiasi opera per scopi di critica, di discussione e di insegnamento, «nei limiti giustificati da tali finalità e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera».
La dottrina tradizionale e la giurisprudenza hanno però dato una lettura fortemente restrittiva alle utilizzazioni libere, considerato che nell'ordinamento italiano non esiste il concetto di fair use che permette la riproduzione di opere per scopi educativi o scientifici ed è, per contro, più volte rimarcata la necessità di non far concorrenza economica all'autore nell'uso delle opere.
In seguito alla pretesa della SIAE di esigere compensi per diritto d'autore anche per l'utilizzo di opere coperte in attività didattiche, si è aperto un dibattito sull'introduzione del fair use in Italia, sulla falsariga di quello statunitense e del fair dealing di Common law.
D'altro canto, il Parlamento dell'Unione Europea in sede di approvazione della direttiva sull'armonizzazione delle norme penali contro la pirateria informatica (Ipred2), aveva già sottolineato la particolarità delle esigenze didattiche o scientifiche.
Quest'introduzione trova resistenza negli interpreti e nella giurisprudenza italiani, sebbene agli inizi del 2008 il governo italiano in risposta ad una interrogazione parlamentare del senatore Bulgarelli, abbia affermato che il testo dell'art. 70 debba interpretarsi in senso sostanzialmente analogo al fair use degli Stati Uniti.
Oltre alle libere utilizzazioni previste dall'art. 70, la normativa naturalmente non prevede restrizioni all'uso delle "licenze libere" internazionali.
Il comma 1-bis
Un criticato passo verso le tutele alla didattica previste dal fair use si è ravvisato nella modifica legislativa approvata con la legge n. 2/08, il cui art. 2 ha aggiunto all'art. 70 della legge n. 633/1941 il comma 1-bis, secondo cui è consentita «la libera pubblicazione su internet, a titolo gratuito e senza scopo di lucro, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico». Le critiche, in particolare, vertevano sull'ambiguità e genericità del testo.
A seguito di tale aggiunta, il giurista Guido Scorza e l'editorialista Luca Spinelli hanno promosso un'iniziativa nazionale per la sua definizione e l'introduzione di alcune ingenti liberalizzazioni nel diritto d'autore italiano. L'iniziativa, sostenuta da personalità della ricerca e della politica italiana (Elio Veltri, Fiorello Cortiana, Mauro Bulgarelli, Salvatore Gaglio, Bruno Mellano ed altri), ha portato ad una proposta di decreto attuativo ai ministri per i beni e le attività culturali, della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca.
Quinta lezione del 14 Maggio
Particolarmente interessante anche il tema dell'indicizzazione della pagina, (alla base del quale viene deciso il posizionamento dei siti internet tramite algoritmi per es.), la digitalizzazione dei libri e i cambiamenti tecnologici nel mondo dell'editoria.
Oggi gran parte dei testi vengono riprodotti digitalmente e basta una connessione a internet per poterli legger gratuitamente, senza più la necessità di acquistarli o recarsi nelle biblioteche per prenderli in prestito.
Uno dei fattori che ha influito negativamente sulla scarsa abitudine alla lettura è anche il costo dei libri, giudicato spesso troppo caro, e in tempi di crisi si sceglie di risparmiare nella maniera più facile.
Lo stesso ha cercato di sfruttare questa nuova tendenza, introducendo un servizio apposito, "GOOGLE BOOKS", che si occupa di effettuare la digitalizzazione di libri e riviste finora disponibili solo in forma cartacea.
Al momento la Federal Trade Commission ha bloccato il progetto e Google, per risolvere il problema, ha deciso di pagare di tasca sua 125 milioni di dollari al fine di creare un Book Rights Registry a cui giornalisti e case editrici potranno registrarsi e ricevere indirizzi.
Tuttavia, persiste la preoccupazione, in merito al controllo esercitato da Google sull’editoria, che possa influire sui prezzi dei libri, o ancor peggio, determinare la scomparsa delle biblioteche.
L'introduzione della tecnologia nel mondo dell'editoria va fatta partendo dal nuovo strumento tecnologico di casa Apple, L'Apple I-Pad un tablet, ossia una tavoletta touch screen, che consente di fare una serie di cose semplicemente facendo scivolare le dita sullo schermo.
Un oggetto completamente nuovo, perché non è un pc, non è un e-book reader, ne un dvd portatile, ma è al tempo stesso tutte queste cose insieme, più altro: può diventare una cornice digitale, può essere usato come una rivista, una console di gioco, un navigatore Gps, un blocco per gli appunti, e in più permette di navigare in Internet.
L’uscita europea dell’ultima device Mac è prevista in Italia per metà giugno e l’annuncio ha avuto grande risalto mediatico sul pubblico, soprattutto, perché si prospetta come l’interfaccia del futuro, a metà strada tra un computer portatile e uno smart-phone.
La vera utilità sta nelle infinite applicazioni d’uso di questo tipo di interfacce e il modello offerto da apple, apre altrettanto infinite possibilità di business nei più svariati settori.
Tra gli store spiccano TIME MAGAZINE e il Nuovo BOOK STORE:
1) TIME MAGAZINE (a pagamento) che, alla lettura tradizionale della rivista impaginata, affianca contenuti multimediali extra da esplorare a piacere: approfondimenti video, audio, foto supplementari e indirizzi cliccabili. Immaginate di poter andare dentro, dietro e oltre il vostro magazine preferito.
2) IL NUOVO BOOK STORE un catalogo di libri, leggibili in versione e-reader, che alla lettura tradizionale affianca la possibilità di vedere le illustrazioni a colori, evidenziare parti e ingrandire il carattere, analizzare il testo, ricercando le parole specifiche tramite l’uso di un dizionario integrato.
Per ulteriori approfondimenti consultare i post e i link in questione.
Il Copyright on line
Per orientare me e i lettori del blog sul funzionamento della rete in materia, ho preso in considerazione il testo di noemalab.org che riporto qui in basso. Dai link e dal testo sarà possibile fare una panoramica generale sulle regolamentazioni dei vari Stati.
LA LEGGE
Questo ci porta ad un concetto importante: la legalità. Chi decide quello che è legale su Internet?
E' possibile regolare Internet quando su quest'ultima nessuna giurisdizione in particolare ha competenza?
Che succede se due persone che vivono in due paesi diversi sono coinvolte nell'infrazione di un copyright?
Quale paese ha la giurisdizione?
Non c'è un "copyright internazionale" che protegge un lavoro in tutto il mondo.
Ogni nazione ha determinate leggi che proteggono la proprietà intellettuale, però la "World Intellectual Property Organization" (WIPO) è stata creata per regolare i copyright nel mondo.
Quest'organizzazione ha stipulato molti trattati intellettuali e convenzioni che facilitano l'omogeneità della legge sul copyright in scala internazionale.
Due di queste convenzioni sono la "Berne Union for the protection of Literary and Artistic Property" (Berne Convention) e la "Universal Copyright Convention" (UCC). Alla "Berne Convention" aderiscono centoquarantotto Stati, mentre alla "UCC" centosettantacinque. La maggior parte delle nazioni ne risulta coinvolta, ma ce ne sono anche altre che concedono poche protezioni, o addirittura nessuna, per i lavori stranieri.
Le convenzioni aiutano a regolare i copyright nel mondo, anche perché danno ai cittadini delle diverse nazioni una protezione in ambito internazionale.
Per la "Berne Convention" non è necessario avere il simbolo di copyright (©) sul lavoro; è richiesto solo il nome dell'autore (3).
La "UCC", invece, richiede il simbolo con la data della prima pubblicazione ed il nome dell'autore. Negli Stati Uniti qualsiasi cosa creata dopo il 1 Aprile 1989 ha automaticamente il copyright, anche se non c'è una particolare comunicazione. Anche se quest'ultima aiuta a ottenere i danni monetari negli SU, non è necessaria per avere la protezione (4). Quindi, si dovrebbe tener presente che quasi tutto su Internet ha il copyright, anche se non c'è un simbolo.
Se quasi tutto su Internet è protetto dal copyright, questo significa che non si può copiare niente in modo legale?
NO! La legge di copyright protegge entrambi, sia il creatore del lavoro, sia il diritto del pubblico di utilizzare i materiali.
Non è una legge che privilegia solamente i titolari del copyright, ma aumenta anche la quantità dell'accesso pubblico ai lavori, garantendo ai creatori i loro diritti e la loro sicurezza.
Negli Stati Uniti il provvedimento di "Fair Use" della legge di copyright, in certe situazioni, permette la riproduzione dei materiali protetti. "Fair Use" varia da paese a paese ed è talvolta chiamato "Fair Dealing" . Si può riprodurre un lavoro per:
- critica;
- notizie;
- commento;
- educazione;
- erudizione;
- ricerca .
"Fair Use" permette l'accesso del pubblico al lavoro ed un uso limitato di questo senza il permesso dell'autore.
Esistono alcune cose su Internet SENZA copyright. Qualsiasi cosa nel "Public Domain" può essere riprodotta liberamente senza ripercussioni.
Molte persone sbagliano nel pensare che tutto su Internet sia nel "Public Domain". Internet è aperto al pubblico, ma il "Public Domain" è una cosa completamente diversa. Se un lavoro è nel "Public Domain", significa che non c'è un vero e proprio autore, quindi è lecito copiarlo liberalmente. Ci sono vari modi in cui un lavoro entra a far parte del "Public Domain":
- Se l'informazione è scritta dal governo federale
- Se il copyright è scaduto
- Se il titolare ha abbandonato il copyright
Salvo il caso in cui sia scritto esplicitamente, non si dovrebbe supporre che qualcosa è nel "Public Domain". Questo vale specialmente per Internet, dato che è in uso solo dagli anni ottanta e contiene molti lavori creati recentemente.
In aggiunta al Tema del Copiright sul web cito le licenze Creative Commons:
Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”.
Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria.
Il copiryght è connesso al mondo del business ed è trasversale per tutte le situazione. In Italia, (seppur ancora debole sul piano effettivo e legislativo) è stata approvata una legge sul diritto d'autore, di cui si parlerà nello specifico nel prossimo post; analizziamo il caso francese.
IL CASO FRANCESE
La legge, del 2 aprile 2009, prevede la sospensione dell’abbonamento a Internet da due mesi a un anno per chi scarica file senza pagare i diritti d'autore: le proteste degli utenti in Francia non hanno fatto breccia nell’Assemblea Nazionale, che ha approvato oggi il tanto contestato progetto di legge contro la pirateria sul Web di film e musica.
I "recidivi" - cioè coloro che dopo un anno dai primi avvertimenti con l’invio di una mail e di una raccomandata a domicilio continuano a scaricare illegalmente da Internet - verranno sanzionati con l’interruzione, per una durata variabile, dell’accesso a Internet.
Di questo si occuperà un nuovo ente, l’Authority per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet (Hadopi), che finanzierà l’invio di 3 mila raccomandate e di 10 mila email ogni giorno. Un finanziamento che costerà caro ai contribuenti: è stato calcolato in circa 70 milioni di euro.
I deputati hanno inoltre approvato una disposizione che esonera da sanzioni coloro che scaricano illegalmente contenuti da Internet i cui aventi diritto risiedono in paradisi fiscali (!).
La nuova legge in Svezia che permette ai titolari di diritti di copyright di costringere i provider di internet a rivelare dati su chi scambia file in rete ha fatto crollare di un terzo gli scambi nel suo primo giorno di applicazione. (fonte BBC).
La legge, basata sulla direttiva dell’Unione europea sulla proprietà intellettuale, permette ai titolari di copyright di ottenere un'ingiunzione dal tribunale che costringa i provider di Internet a fornire gli indirizzi IP che identificano i computer che hanno scambiato file coperti da diritto d’autore.
Secondo la società svedese Netnod, che monitora il traffico Internet nel paese, il primo giorno di applicazione della legge il traffico è crollato da una media di 120 Gigabit al secondo a 80 Gigabit al secondo.
Ma il vicepresidente del Partito pirata svedese (formazione politica che lotta per la riforma della normativa sul copyright), Christian Engstrom, ha commentato che «l’esperienza di altri paesi indica che il file-sharing crolla nel giorno in cui passa la legge, ma in seguito torna a crescere. Una delle ragioni è che alla gente servono alcune settimane per capire come cambiare i settaggi di sicurezza, in modo da poter condividere i file in forma anonima».
Fonte lastampa.it
lunedì 17 maggio 2010
La Privacy su Google
Molto forti le argomentazioni atte ad evidenziare i punti di forza della multinazionale.
La Storia di Google e ulteriori approfondimenti sui suoi lati oscuri
Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell'Università di Stanford, dopo aver sviluppato la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra siti web avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente, fondarono l'azienda il 27 settembre 1998.
Convinti che le pagine citate con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli (Teoria delle Reti), decisero di approfondire la loro teoria all'interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di ricerca.[1] Il 7 maggio 2010 Google ha subito dei considerevoli aggiornamenti riguardanti l'aspetto grafico e l'aggiunta di miglioramenti e nuove funzioni. Viene definito l'aggiornamento più importante nella storia di Google
A causa della sua popolarità, nella lingua inglese è nato il verbo "to google", col significato di "fare una ricerca sul web"; con lo stesso significato, in tedesco è nato il verbo "googeln" e in Italia il verbo "googlare" (pron: guglare) o googolare (pron: gugolare, che recentemente si è imposta come versione autonoma, "gugolare"). Una particolarità di Google è quella che in determinate date il caratteristico logo cambia, proprio come se fosse un calendario, indicando l'avvenimento speciale accaduto quel determinato giorno.
L'etimologia del termine "Google" deriva da googol, termine coniato da Milton Sirotta (nipote del matematico statunitense Edward Kasner) nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri.
L'uso della parola fatto da Google riflette la volontà della società di organizzare l'immensa quantità di informazioni disponibili sul Web. Il termine viene inoltre associato con un gioco di parole all'inglese goggles, binocolo, appunto perché il motore permette di "guardare da vicino" la rete.
Dal punto di vista dei server utilizza un parco macchine con più di 450.000 computer GNU/Linux per rispondere alle ricerche e catalogare il web. Grazie a questa enorme potenza di calcolo, Google è in grado di effettuare una ricerca su milioni di pagine Web in alcuni millisecondi.
La catalogazione è fatta dal programma spider Googlebot.
Sul piano dell'ottimizzazione è diventato uno dei motori di ricerca più popolari, molti webmaster hanno cominciato a seguire e cercare di spiegare i cambiamenti nel posizionamento (rank) del loro sito.
Un corretto posizionamento fra i risultati di Google può portare a ritorni economici elevati, soprattutto per i siti di e-commerce. La scelta di un consulente serio è spesso strategica per la sopravvivenza o il successo di un sito. Per questi motivi, Google ha pubblicato un insieme di linee guida per aiutare i proprietari di siti a capire come individuare i consulenti professionali e come evitare truffe e raggiri da parte di operatori scorretti.
LATI OSCURI
Google è stato criticato per via dei cookie a lungo termine che posiziona sul computer degli utenti; in ogni caso la maggior parte dei servizi di Google possono essere usati anche con i cookie disabilitati.
Il tentativo dichiarato da Google è di costruire un World Wide Web, di premiare i siti di qualità dando maggiore risalto nei primi risultati delle varie ricerche, di servire agli utenti per avere risposte soddisfacenti alle loro ricerche. Tuttavia spesso i motori di ricerca come Google svolgono anche una funzione commerciale, infatti varie aziende pagano un ranking fra i primi 10 risultati come una spesa pubblicitaria.
Spesso i motori di ricerca come Google svolgono anche una funzione commerciale, infatti varie aziende pagano un ranking fra i primi 10 risultati come una spesa pubblicitaria.
Il campo bianco di Google in cui digitiamo le parole chiave per le nostre ricerche è una porta stretta, un filtro niente affatto trasparente che controlla e indirizza l’accesso alle informazioni.
In quanto mediatore informazionale si fa strumento di gestione del sapere e si trova quindi in grado di esercitare un potere enorme.
Cosa si nasconde dietro il motore di ricerca più consultato al mondo? Quello che da molti era stato definito come il miglior mezzo per districarsi tra le maglie di Internet, pare celare molti segreti ai suoi utenti.
Si va dalla scansione delle e-mail del servizio Gmail, a proposte di indicizzazione ,che sembrano, in realtà, non dare tutte le risposte richieste dall’utente, fino a ipotesi di violazione della privacy collettiva.
In pochi conoscono il Supplemental Index che lo porta ad essere il dio incontrastato del web, colui che può decidere se un sito esiste o no.
Sarebbe (il condizionale è d’obbligo visto che Google continua a negarne l’esistenza) un filtro posto dal motore di ricerca nei confronti dei siti che abusano di linking, di duplicazione del contenuto o del link baiting.
È come se i nuovi siti, seppur interessati a raggiungere livelli di pageranking molto alti, dovessero invece superare un periodo di prova che premia la discrezione per poter entrare nelle grazie di Google.
Pur criticandolo continueremo comunque ad utilizzarlo per la facilità nel reperimento delle informazioni e per i suoi servizi a cui rimando direttamente dal sito.