Per orientare me e i lettori del blog sul funzionamento della rete in materia, ho preso in considerazione il testo di noemalab.org che riporto qui in basso. Dai link e dal testo sarà possibile fare una panoramica generale sulle regolamentazioni dei vari Stati.
LA LEGGE
Questo ci porta ad un concetto importante: la legalità. Chi decide quello che è legale su Internet?
E' possibile regolare Internet quando su quest'ultima nessuna giurisdizione in particolare ha competenza?
Che succede se due persone che vivono in due paesi diversi sono coinvolte nell'infrazione di un copyright?
Quale paese ha la giurisdizione?
Non c'è un "copyright internazionale" che protegge un lavoro in tutto il mondo.
Ogni nazione ha determinate leggi che proteggono la proprietà intellettuale, però la "World Intellectual Property Organization" (WIPO) è stata creata per regolare i copyright nel mondo.
Quest'organizzazione ha stipulato molti trattati intellettuali e convenzioni che facilitano l'omogeneità della legge sul copyright in scala internazionale.
Due di queste convenzioni sono la "Berne Union for the protection of Literary and Artistic Property" (Berne Convention) e la "Universal Copyright Convention" (UCC). Alla "Berne Convention" aderiscono centoquarantotto Stati, mentre alla "UCC" centosettantacinque. La maggior parte delle nazioni ne risulta coinvolta, ma ce ne sono anche altre che concedono poche protezioni, o addirittura nessuna, per i lavori stranieri.
Le convenzioni aiutano a regolare i copyright nel mondo, anche perché danno ai cittadini delle diverse nazioni una protezione in ambito internazionale.
Per la "Berne Convention" non è necessario avere il simbolo di copyright (©) sul lavoro; è richiesto solo il nome dell'autore (3).
La "UCC", invece, richiede il simbolo con la data della prima pubblicazione ed il nome dell'autore. Negli Stati Uniti qualsiasi cosa creata dopo il 1 Aprile 1989 ha automaticamente il copyright, anche se non c'è una particolare comunicazione. Anche se quest'ultima aiuta a ottenere i danni monetari negli SU, non è necessaria per avere la protezione (4). Quindi, si dovrebbe tener presente che quasi tutto su Internet ha il copyright, anche se non c'è un simbolo.
Se quasi tutto su Internet è protetto dal copyright, questo significa che non si può copiare niente in modo legale?
NO! La legge di copyright protegge entrambi, sia il creatore del lavoro, sia il diritto del pubblico di utilizzare i materiali.
Non è una legge che privilegia solamente i titolari del copyright, ma aumenta anche la quantità dell'accesso pubblico ai lavori, garantendo ai creatori i loro diritti e la loro sicurezza.
Negli Stati Uniti il provvedimento di "Fair Use" della legge di copyright, in certe situazioni, permette la riproduzione dei materiali protetti. "Fair Use" varia da paese a paese ed è talvolta chiamato "Fair Dealing" . Si può riprodurre un lavoro per:
- critica;
- notizie;
- commento;
- educazione;
- erudizione;
- ricerca .
"Fair Use" permette l'accesso del pubblico al lavoro ed un uso limitato di questo senza il permesso dell'autore.
Esistono alcune cose su Internet SENZA copyright. Qualsiasi cosa nel "Public Domain" può essere riprodotta liberamente senza ripercussioni.
Molte persone sbagliano nel pensare che tutto su Internet sia nel "Public Domain". Internet è aperto al pubblico, ma il "Public Domain" è una cosa completamente diversa. Se un lavoro è nel "Public Domain", significa che non c'è un vero e proprio autore, quindi è lecito copiarlo liberalmente. Ci sono vari modi in cui un lavoro entra a far parte del "Public Domain":
- Se l'informazione è scritta dal governo federale
- Se il copyright è scaduto
- Se il titolare ha abbandonato il copyright
Salvo il caso in cui sia scritto esplicitamente, non si dovrebbe supporre che qualcosa è nel "Public Domain". Questo vale specialmente per Internet, dato che è in uso solo dagli anni ottanta e contiene molti lavori creati recentemente.
In aggiunta al Tema del Copiright sul web cito le licenze Creative Commons:
Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”.
Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria.
Il copiryght è connesso al mondo del business ed è trasversale per tutte le situazione. In Italia, (seppur ancora debole sul piano effettivo e legislativo) è stata approvata una legge sul diritto d'autore, di cui si parlerà nello specifico nel prossimo post; analizziamo il caso francese.
IL CASO FRANCESE
La legge, del 2 aprile 2009, prevede la sospensione dell’abbonamento a Internet da due mesi a un anno per chi scarica file senza pagare i diritti d'autore: le proteste degli utenti in Francia non hanno fatto breccia nell’Assemblea Nazionale, che ha approvato oggi il tanto contestato progetto di legge contro la pirateria sul Web di film e musica.
I "recidivi" - cioè coloro che dopo un anno dai primi avvertimenti con l’invio di una mail e di una raccomandata a domicilio continuano a scaricare illegalmente da Internet - verranno sanzionati con l’interruzione, per una durata variabile, dell’accesso a Internet.
Di questo si occuperà un nuovo ente, l’Authority per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet (Hadopi), che finanzierà l’invio di 3 mila raccomandate e di 10 mila email ogni giorno. Un finanziamento che costerà caro ai contribuenti: è stato calcolato in circa 70 milioni di euro.
I deputati hanno inoltre approvato una disposizione che esonera da sanzioni coloro che scaricano illegalmente contenuti da Internet i cui aventi diritto risiedono in paradisi fiscali (!).
La nuova legge in Svezia che permette ai titolari di diritti di copyright di costringere i provider di internet a rivelare dati su chi scambia file in rete ha fatto crollare di un terzo gli scambi nel suo primo giorno di applicazione. (fonte BBC).
La legge, basata sulla direttiva dell’Unione europea sulla proprietà intellettuale, permette ai titolari di copyright di ottenere un'ingiunzione dal tribunale che costringa i provider di Internet a fornire gli indirizzi IP che identificano i computer che hanno scambiato file coperti da diritto d’autore.
Secondo la società svedese Netnod, che monitora il traffico Internet nel paese, il primo giorno di applicazione della legge il traffico è crollato da una media di 120 Gigabit al secondo a 80 Gigabit al secondo.
Ma il vicepresidente del Partito pirata svedese (formazione politica che lotta per la riforma della normativa sul copyright), Christian Engstrom, ha commentato che «l’esperienza di altri paesi indica che il file-sharing crolla nel giorno in cui passa la legge, ma in seguito torna a crescere. Una delle ragioni è che alla gente servono alcune settimane per capire come cambiare i settaggi di sicurezza, in modo da poter condividere i file in forma anonima».
Fonte lastampa.it
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